FAI CISL: “Istituzioni, Sindacato Confederale di categoria e Organizzazioni Professionali Agricole devono definire insieme un Accordo per l’Agroalimentare in Calabria”
Con l’approvazione della legge sul Caporalato abbiamo ottenuto, dopo mesi di impegno, un grande risultato con effetti che consentiranno la tutela e la valorizzazione di un lavoro agricolo di qualità e portato avanti nel rispetto della dignità dei lavoratori.
Era un’emergenza alla quale occorreva rispondere normativamente e nel modo più pieno e risoluto; ora, tuttavia, occorre proseguire lungo la strada intrapresa e rendersi conto che nel contesto agricolo esistono e permangono altri problemi da affrontare e risolvere con il concorso di tutti.
Un sindacato che vuole dare corpo e sostanza ad una rappresentanza moderna non può girarsi dall’altra parte facendo finta che attraverso una legge – giusta, doverosa, essenziale e prioritaria – tutti i problemi possano ritenersi risolti.
Oggi molte filiere agroalimentari, infatti, sono colpite da una serie di elementi negativi che ne pregiudicano e di molto le performance, tanto sul versante produttivo quanto soprattutto relativamente alla redditività delle imprese e del lavoro agricolo.
Non c’è dubbio che esistano vere e proprie strozzature che riguardano innanzitutto quei prodotti qualitativamente apprezzati e per i quali risulta assai difficile giustificare gli squilibri esistenti lungo la filiera.
In buona sostanza alle aziende agricole che materialmente producono, arriva una parte troppo bassa, del prezzo finale praticato ai consumatori.
Su questi aspetti – che determinano grandi difficoltà per le aziende agricole, la loro redditività e capacità di garantire buona e sana occupazione – occorre intervenire; in Calabria il caso più emblematico è rappresentato certo dagli agrumi e dalle clementine in particolare ma esistono decine di altri comparti che si trovano nella medesima situazione.
La Fai Cisl Calabria ha improntato la propria azione tenendosi lontana dalla conflittualità fine a se stessa, prediligendo il dialogo orientato da proposte concrete e confronti costruttivi, avviando interlocuzioni sulla base di una chiara consapevolezza e che cioè la tutela del lavoro e dei lavoratori non è questione che possa essere scissa dalle dinamiche negative del mercato ed i cui effetti si riverberano sulle aziende e sui lavoratori.
E’ questa la ragione per la quale, acquisito come risultato la legge sul caporalato, formuliamo oggi una precisa proposta – l’avvio di un tavolo regionale per il comparto agroalimentare che abbia come obiettivo la condivisione di un “Accordo per l’Agroalimentare in Calabria”, che possa tutelare e valorizzare gli sforzi produttivi, garantisca non solo giusti prezzi per i prodotti agricoli ma anche giuste retribuzioni ai lavoratori.
Una iniziativa che deve vedere protagonisti, tutti assieme, Istituzioni, Sindacato Confederale di categoria, Organizzazioni Professionali Agricole, ma sarà necessario non perdere ulteriore tempo, e nei prossimi giorni avviare insieme, con responsabilità e impegno sociale, definendo congiuntamente strumenti e azioni d’ intervento.
Vale la pena sottolineare, infine, che l’argomento di cui parliamo riguarda la tutela dei prodotti agricoli locali e del lavoro di qualità ed è relativo soprattutto alle strategie che vogliamo mettere in campo per rendere più solido e competitivo il sistema agricolo e agroalimentare calabrese.