L’effetto pandemia ha amplificato la debolezza strutturale dell’agroalimentare
L’attuale emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Covid-19 ha reso più esplicite difficoltà e debolezze che riguardano da tempo il settore agricolo nella provincia di Cosenza. Sono emerse con forza antiche problematiche, prime fra tutte quelle associate al lavoro e alla commercializzazione dei prodotti dell’agroalimentare.
Purtroppo, anche gli eventi climatici non hanno certo dato una mano a questo settore, come dimostra la campagna agrumicola 2020/2021, iniziata ad ottobre.
Le alte temperature, la scarsità di piogge e le precipitazioni a carattere alluvionale dell’ultimo periodo hanno ridotto i tradizionali tempi di maturazione del frutto, che pur mantenendo un’indiscutibile qualità, si presenta piccolo e su cui la GDO sta imponendo prezzi bassissimi. A queste problematiche si uniscono i limiti alla movimentazione delle merci e delle persone e la chiusura delle attività di ristorazione, una situazione drammatica per tutti gli agricoltori della provincia, che subiscono una costante contrazione dei livelli di reddito, quest’anno, ovviamente, più marcata. L’agricoltura e l’agroalimentare in generale, nella provincia di Cosenza, sono settori trainanti e concorrono in modo significativo alla composizione del valore aggiunto e della ricchezza del territorio, dei livelli occupazionali, perciò, dello stesso sostentamento delle famiglie. Negli ultimi anni, prima dell’emergenza pandemica, avevamo registrato dati ed esperienze incoraggianti in questo settore, anche in riferimento all’incremento del numero dei giovani imprenditori agricoli, un autentico patrimonio di capitale umano e di conoscenze che questo territorio non può assolutamente permettersi di perdere. Ma è chiaro che sono necessari, propedeuticamente, interventi che riguardino la modernizzazione delle opere infrastrutturali, la messa in sicurezza del territorio, la lotta al dissesto idrogeologico, superamento della condizione emergenziale che il interessa il sistema consortile, la promozione dell’agricoltura e delle attività produttive anche nelle aree interne, interventi legislativi e di controllo a contrasto della concorrenza sleale, dei fenomeni di dumping contrattuale e dello sfruttamento del lavoro. Il settore agroalimentare, se adeguatamente messo a sistema, può costituire una miniera d’oro. numerosi prodotti di eccellenza del nostro territorio hanno sapori e profumi che sanno di tradizione, di storia, di sudore, di legami familiari, di dignità del lavoro, di luoghi suggestivi e meravigliosi. Ma la tradizione cammina sulle gambe delle persone e se non vogliamo perdere questo immenso tesoro, dobbiamo, tutti insieme, politica, istituzioni, sindacato, parti datoriali, associazionismo rimboccarci le maniche e accettare le sfide della modernità.
Questo è un punto cruciale per il futuro del settore agricolo nella provincia di Cosenza, anche in considerazione di quello che è, e sarà, il grande tema di questa e delle prossime generazioni, cioè cambiamento climatico, questione che, meritoriamente, la Federazione nazionale ha ormai da tempo posto in cima all’agenda della nostra politica sindacale. Non è certamente un caso che le risorse del Recovery Fund destinate al settore, dovranno promuovere interventi quali l’agricoltura di precisione, la digitalizzazione e la modernizzazione dei macchinari, miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro, l’insediamento di giovani agricoltori, le filiere corte, mercati locali, le energie rinnovabili, l’economia circolare.
Accanto a questi temi fondamentale è riaffermare con forza il valore del lavoro di qualità, la difesa dei diritti contrattuali, il contrasto al processo di precarizzazione che da anni interessa il settore agricolo.
In questi mesi la Federazione territoriale che ci onoriamo di rappresentare, ha toccato con mano la profonda crisi che ha colpito aziende e lavoratori, con decine e decine di incontri, per la maggior parte in videoconferenza, per siglare gli accordi di accesso alla cassa integrazione.
Questo virus ha colpito tutti, indistintamente, ma ha fatto più male a chi si trovava già in condizioni di indigenza o precarietà, come tanti lavoratori che rappresentiamo. Siamo alle porte del Natale e del nuovo anno, servono messaggi di speranza per il futuro. Noi crediamo, perché la nostra forza proviene dai lavoratori che rappresentiamo, sono loro il nostro fine, punto di partenza e quello di arrivo, uomini e donne, occhi e volti, troppo spesso trattati come semplici numeri. A loro rivolgiamo il nostro pensiero di augurio per un sereno Natale e felice anno nuovo, che possa segnare la ripartenza dopo la pandemia, con la promessa e l’impegno di non far mai mancare il nostro supporto sindacale.