Area Grecanica, il progetto lanciato da Cisl e Fai Cisl punta su accoglienza e biodiversità

Uno sviluppo costruito dal basso, con il protagonismo e la partecipazione di giovani e donne «risorse indispensabili per qualsiasi avvio di avanzamento, culturale, economico, politico e sociale». Puntando, senza ombra di dubbio, sulle risorse endogene, in particolare sul bergamotto. Ruota attorno a questo il progetto di «animazione e promozione di un’oasi collinare e montana della biodiversità, dell’accoglienza e del benessere ambientale, umano e animale». Lanciato di recente da Cisl e Fai Cisl, punta a un cambio di prospettiva e di mentalità nel concepimento di nuovi assetti organizzativi per le attività produttive.
Secondo Romolo Piscioneri, segretario generale Fai Cisl di Reggio, e Mario Massara, responsabile territoriale di Condofuri, «l’Area Grecanica, in forza delle potenzialità legate alla coltivazione del bergamotto, prodotto unico e apprezzato nel mondo», è uno dei luoghi ideali per impiantare siti produttivi sulla via di uno sviluppo compatibile. «Abbiamo la certezza – spiegano, alla luce delle tante risorse che il nostro Paese si sta accingendo a gestire, che queste nostre comunità possano e debbano finalmente progredire. Dobbiamo però sforzarci di ampliare le nostre competenze, generando basi nuove per dare lungimiranza e forza alle iniziative di crescita, allontanandole il più possibile dall’inconcludente episodicità O estemporaneità, vero dramma del nostro passato». Esistono e vanno dunque implementati «buoni esempi, di buona imprenditoria, legate alle eccellenze in campo agricolo, agroalimentare, agroindustriale, turistico, enogastronomico», senza trascurare gli aspetti culturali legati alla minoranza greco-calabra». Per svoltare servirà «una programmazione della spesa capace di evitare sperperi» e, Soprattutto, da destinare alla creazione di piccole e medie imprese agricole e agroalimentari «in modo da arricchire di nuove funzioni quell’agricoltura tradizionale, che stenta a sopravvivere, in una logica turistico ricreativa, educativa, agro energetica, terapeutica e sociale, nonché da destinare alla cultura e all’artigianato». Tutte iniziative che andrebbero messe a sistema e vitalizzate «con una forma coerente di reciproca collaborazione». Insomma, una rivoluzione culturale da portare avanti in modo <<da animare lo sviluppo in una ruralità periferica che necessita di riorganizzazione e nuove combinazioni di fattori produttivi».